martedì 17 maggio 2011

Lista (bipartisan) di chi non ci ha capito niente

Quelli che le primarie producono candidati estremisti che non possono vincere.

Quelli che Pisapia non puo' raccogliere i voti dei moderati milanesi. (Quelli che non hanno capito che Pisapia e' il primo dei moderati milanesi.)

Quelli che i moderati.

Quelli che senza alleanze con il centro non si puo' vincere.

Quelli che il centro.

Quelli che stavolta l'affluenza crolla.

Quelli che a Napoli dopo la monnezza Berlusconi ha gia' vinto.

Quelli che la Lega stavolta fa il pieno.

Quelli che Fassino e' il vecchio che ci condanna a sicura sconfitta.

Quelli che il candidato non conta, conta il programma.

Quelli che il candidato non conta, conta l'alleanza.

Quelli che Berlusconi e' un genio della comunicazione, ed un maestro delle campagne elettorali.

E poi quelli che "dopo le amministrative facciamo una verifica e apriamo una discussione seria."

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martedì 10 maggio 2011

I due confini (Di Osama, omosessualità e scontri di civiltà)

Sarà il caldo, sarà che ultimamente il Sudoku non mi gira bene, fatto sta che in questi giorni mi sono fatto trascinare in due discussioni online, di quelle che appena cominci a leggere sai già che fioriranno i commenti.

Una era nata da un post di Giovanni Fontana che difendeva la scelta del governo USA di non pubblicare le foto di Osama morto, con annesso un inciso per cui tanto "nessuno dei complottisti si convincerà mai".

L'altra riguardava invece il nuovo round fra Scalfarotto e Severgnini, con il primo che tornava ad accusare il secondo di omofobia perchè contrario al riconoscimento dei matrimoni omosessuali.

Mettendo insieme le due si stanno per superare i 200 commenti, ma non c'è alcun motivo di leggerli, perchè tanto è successa una cosa, una sola, la stessa in entrambi i casi: ad alcune persone che concordavano con la posizione di fondo dell'autore, ma esprimevano dubbi di merito sulll'argomentazione si contrapponeva una seconda fazione che respingeva questi dubbi come irricevibili, e rimproverava alla prima di essere sostanzialmente in mala fede, o stupida, o bigotta, o irrecuperabile (complottista nel primo caso, omofoba nel secondo).
Che poi magari andandoli a conoscere di persona è anche vero, ma quel che mi ha colpito è stata la sordità, l'incapacità di parlarsi gli uni con gli altri e di riconoscere delle argomentazioni che per una volta non erano all'insegna del cialtronismo o della pura malvagità. (Trattandosi di blog di qualità, ci si è risparmiati i troll e i piromani del pensiero che sembrano prediligere altri siti.)

Ora, dire che  in Italia si stia giocando una sorta di scontro di civiltà a bassa intensità non è certo rivoluzionario, così come riconoscere che quello stesso scontro si gioca, a volte su terreni simili a volte diversi, in altri Paesi. E chi lo dice ha ragione: c'è chi ha deciso di mettere sotto assedio la dignità della persona, la validità del pensiero logico e quel bigino di rispetto reciproco che ci siamo conquistati con secoli e sangue. Negarlo significa fare cerchiobottismo in mala fede.

Però riconoscere questo assedio non può significare vedere soltanto quello.
Ci siamo incagliati nella reazione più elementare quando si viene circondati: si tirano calci alla cieca, sperando di colpirne abbastanza da farli indietreggiare, o quanto meno da far capire che non ci si piega, e tirarla in lungo finchè succede qualcosa.
Il problema però è che fra questi due fronti, fra assedianti e assediati, non c'è il deserto. Ci sono tante persone che non la pensano come noi, ma che sono in buona fede, e ragionevoli.
E bisogna mantenere la lucidità necessaria a distinguere.

Tiriamo pure su un muro che ci separi da Sallusti ,e dalla Santanchè, e da Calderoli: staremo meglio noi, staranno meglio loro.

Però riconosciamo che al di qua di quel muro ci possono essere altri confini, e diversi: confini tracciati sulla sabbia, che possono essere attraversati, o ridisegnati. Confini che vanno affrontati con ragionevolezza e onestà intellettuale e dialettica, tendendo una mano sapendo che può essere usata per portare dalla tua parte chi sta di là, ma anche per il contrario. Perchè il bello dello scambio di opinioni è che sai come ci entri, ma non come ci esci, ed è solo per questo che funziona: se ti confronti con qualcuno con la ferma convinzione che non cambierai mai idea, ci sono buone chance che l'altra persona si comporti allo stesso modo.
E se ci incastriamo in un meccanismo del genere, poi è inevitabile che diamo dell'omofobo a Severgnini, o del cospirazionista a Leonardo.

Se giochiamo solo allo scontro di civiltà perdiamo due volte: perchè gli altri sono più cattivi, e quindi gli riesce meglio; e perchè stiamo arruolando fra le fila nemiche quella moltitudine di persone di cui avremmo bisogno per ricostruire l'Italia.

E invece dovremmo trovare la forza di essere magari minoranza, ma non minoritari.

(Come si dice qui, "dimostrarsi la parte migliore del Paese, tanto da diventare anche la parte maggiore del Paese")


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giovedì 5 maggio 2011

Complottismo: istruzioni per l'uso

Era inevitabile. Appena arrivata la notizia della morte di Bin Laden è scattato il riflesso condizionato: chissà cosa diranno ora i complottisti? E giù battute su cosa si inventano questi ora, e poi tutti a prendere in giro Giulietto Chiesa. E in effetti, chi non si diverte a prendere in giro Giulietto Chiesa? E perchè non farlo, poi?

Poi però, passate le risate, dovremmo tornare a fare gli adulti e a trattare la questione con serietà e rispetto. Se ci sono delle persone ragionevoli che sollevano qualche dubbio, l'ultima cosa che dovremmo fare è metterli all'indice e prenderli per pazzi, se non altro perchè non si è mai dimostrato un modo efficace per far cambiare loro opinione.
E siccome alcuni di loro ce l'avrebbero davvero la voglia di cambiare opinione, ma chiedono anche di essere trattati da adulti, che non è poi 'sta gran richiesta, ecco qualche istruzione per l'uso di puro buon senso.

1. I complotti esistono. La storia dell'uomo ne è piena: complotti riusciti e complotti falliti; complotti intelligenti e complotti stupidi (di questi poi, siamo pieni!); complotti orditi da bieche dittature e complotti orditi da moderne democrazie. Questi sono fatti, e c'è poco da discutere: l'atteggiamento di chi rifiuta pregiudizialmente un complotto è scorretto tanto quanto quello di chi lo assume pregiudizialmente. Magari più carino e meno ridicolo, ma ugualmente scorretto.

2. Esistono anche i despistaggi, le coperture, le omissioni, le manomissioni, e poi gli errori, l'incompetenza, le distrazioni. Questo per dire che raramente gli eventi si svolgono perfettamente in un senso o nell'altro, e c'è spazio per situazioni confuse che presentano carenze, incongruenze, incertezze.

3. Chi si accorge di queste incongruenze e solleva delle domande non può automaticamente essere tacciato di complottismo. Di più: non si può nemmeno pretendere che fornisca una risposta alternativa. L'atteggiamento per cui "se secondo te non è andata così, allora devi darmi un'altra spiegazione" è tanto infantile quanto diffuso, soprattutto in un Paese che ha poca cultura scientifica. Il metodo scientifico prevede infatti di sollevare dubbi e studiare le incongruenze senza sapere dove ti portino, e senza necessariamente formulare ipotesi alternative. Di più: se anche le ipotesi alternative dovessero poi dimostrarsi scorrette, le incongruenze da cui sono partite restano tutte. Chi invece pretende lo scenario alternativo bello pronto commette lo stesso identico errore dei complottisti: parto dalla risposta, e cerco i fatti per supportarla.
Nel caso della morte di Osama, l'incongruenza è la mancata presentazione di prove fisiche, come fatto invece in passato. La giustificazione offerta riguarda l'opportunità della pubblicazione, e dato che questa stessa preoccupazione non si è manifestata ad esempio nel caso di Saddam, qualche dubbio legittimo può venire.

4. L'unico modo di verificare l'attendibilità di una tesi è affrontarla nel merito. Si guarda quindi alle prove documentali, sapendo che le cose assolutamente false (le tette di Pamela Anderson) e quelle assolutamente vere (l'inevitabile attrazione di Vucinic per la palla in tribuna) sono estremi rari, e che in mezzo c'è una distribuzione di maggiore o minore probablità. Le prove documentali ti permettono di spostarti lungo quest'asse inseguendo Vucinic (per poi magari raddrizzargli il piede, se capita...).
Nel caso in questione, una foto potrebbe essere una prova sufficiente, perchè è coerente con quanto fatto in passato, e perchè manipolarla e poi distribuirla rappresenterebbe un rischio troppo grosso: per smentire la tesi ufficiale basterebbe dimostrare che quel documento è un falso, come nel caso del Nigergate. Se non si volesse distribuire una foto perchè troppo cruenta, si potrebbe presentare un resto organico (un capello, un'unghia) insieme ad un'esame del DNA.

5. In assenza di prove documentali, si va sulla fiducia. E qui le cose si fanno difficili, perchè la credibilità è una risorsa dal valore soggettivo e deperibile. Per chiarirci, se un domani Berlusconi annunciasse, magari il giorno prima delle elezioni, la cattura di Matteo Messina Denaro ed il suo trasferimeto in una località segreta dove scontare l'ergastolo, senza però produrre alcun video o alcuna foto, magari per non urtare la sensibilità dei suoi parenti, saremmo tutti disposti a credergli sulla parola? Io qualche dubbio ce l'avrei, e soprattutto mi aspetto che ce l'abbiano i media. Perchè è il loro lavoro.
Nel caso specifico, si può scegliere di fidarsi di Obama perchè finora la sua amministrazione è stata onesta e perchè il rischio che correrebbe nel giocarsi la credibilità è superiore all'interesse per un'eventuale fabbricazione. Però è un terreno scivoloso, perchè si regge sulla fiducia che ciascuno di noi ha nell'amministrazione USA, e solo su quella. 




Ecco, questo mi sembra un modo adulto ed efficace di dialogare con chi solleva dubbi ragionevoli. Questa invece è una lista di argomentazioni trovate qua e là che non stanno in piedi:

Variante naive: Non puoi non credere all'Amministrazione USA perchè: a) è un Paese democratico; b) è un Paese con la libera stampa; c) ci sono troppe persone per coprire un complotto. In teoria, forse. In pratica ci sono esempi di complotti, depistaggi e manomissioni che sono stati portati avanti da vari governi democratici, fra cui quello italiano e quello americano. La verità prima o poi tende a venir fuori, ma può passare parecchio tempo. E la fanno venire fuori proprio quelli che dubitano e che vengono fatti passare per complottisti.

Variante Brusca (aka come fai a credere a uno che scioglie un bambino nell'acido?): Tra la parola del Presidente di un Paese democratico e quella di qualche terrorista, devi credere al primo. E perchè? Un governo democraticamente eletto può avere ragioni di mentire (magari per fini rispettabili come evitare il panico) così come uno stragista può non averne. E' successo, continuerà a succedere.

Variante simmetrica: Se la tesi ufficiale non ti convince, me ne devi fornire un'altra. Non necessariamente. Come spiegato, questo è il contrario del metodo scientifico, e commette lo stesso errore dei complottisti, quello di pretendere una risposta a monte dei fatti. Prima si notano delle incongruenze, poi le si approfondisce, poi si vede dove si va a parare, e solo alla fine si può offrire un'ipotesi alternativa. Se vi sta bene, questo lavoro possiamo farlo insieme. Se no andate pure da un'altra parte, perchè il vostro contributo non è costruttivo.

Variante filosofica: "Se dubiti della versione ufficiale perchè non ti convince fino in fondo, allora devi dubitare di tutto, perchè niente è dimostrabile con certezza, e domani il sole potrebbe non sorgere". A questa non varrebbe nemmeno la pena di rispondere, ma proviamoci: come sempre, bisogna entrare nel merito della questione, per poi distribuirla su una scala di probabilità. Secoli di prove documentali e studi astronomici che fondano su basi scientifiche pongono il sorgere del Sole nell'ambito delle sostanziali certezze. Ora mettiamoci a studiare le prove documentali dell'argomento in questione.

Variante benaltrista: "Qualunque documento producessero, qualcuno potrebbe dire che è finto o insufficiente, e quindi tanto vale non produrne nessuno". Si e no: dipende dal documento. Evidentemente, se si produce un documento irrilevante i dubbi non passano. Ma la scelta di produrre un documento rilevante è significativa in sè, perchè ci si espone al rischio, nel caso sia un falso, che venga smascherato; rischio che invece non si corre limitandosi a dire "è così perchè è così". Poi, certo, ci sono stati casi in cui sono stati presentati documenti che poi sono risultati falsi. Ma proprio per questo bisognerebbe insistere perchè sempre, in ogni caso, si condivida tutto ciò che si può, fatte salve le considerazioni di opportunità.

Variante cui prodest: "L'ipotesi di complotto non regge perchè il governo non avrebbe interesse all'evento". A parte che la valutazione degli interessi è sempre un esercizio rischioso sia perchè gli interessi sono spesso poco conosciuti sia perchè non è raro che le persone e le istituzioni compiano scelte contro il proprio interesse, nel caso in questione questa tesi non regge: dopo dieci anni in cui hanno speso miliardi per inseguire un vecchio senza successo e con l'intenzione di lasciare a breve l'Afghanistan, l'amministrazione Obama aveva tutto l'interesse a far fuori Bin Laden. Detto questo, il cui prodest è l'arma retorica tipica dei complottisti ed è giustamente ridicolizzata: non si capisce perchè invece dovrebbe essere accettabile per gli anticomplottisti.


Variante Qui, Quo, Qua: "Devi crederci perchè oltre a Obama l'ha detto anche il Portavoce della Casa Bianca, l'ISI Pakistano e la famiglia di Bin Laden (così è stato dichiarato da Obama). Anche detta "Variante del ti prendo per fesso". E' evidente che se non mi basta la parola di Obama quando parla per sè, non mi basta nemmeno quando parla per altri, nè quella di qualcuno che lavora per lui, nè di chi condivide lo stesso interesse strategico. (In questo momento, il Pakistan.)


Questi sono alcuni esempi, e mi fermerei qui. Però inviterei tutti a tenere un atteggiamento più maturo e rispettoso: se non perchè ci si crede, quanto meno perchè conviene.

Dopo l'11/9 ero andato a studiarmi un pò di rapporti, e qualche dubbio mi era venuto: non pensavo certo che fosse un inside job, ma ritenevo possibile che alcuni particolari fossero stati omessi o che ci fossero stati dei depistaggi, per motivi (assolutamente legittimi) di sicurezza nazionale. In modo molto ingenuo ho provato a capirne di più seguendo i dibattiti, e mi sono trovato schiacciato fra i cospirazionisti apocalittici e i puristi a prescindere, che riproponevano il solito canovaccio italiano: amerikani contro terzomondisti, guerrafondai contro pacifisti, senza mai affrontare le questioni in modo laico.
Ovviamente è finita che mi sono tenuto i miei dubbi,e non li ho abbandonati finchè qualcuno non si è degnato di tirarsi su le maniche e offrire considerazioni di merito (ovviamente su internet, per parlare del ruolo insostituibile dei giornali...)
Se non l'avessero fatto perchè "tanto i complottisti non cambiano mai idea", io, che non sono Giulietto Chiesa, mi starei ancora tenendo i miei dubbi.

E fossi solo io, sarebbe niente. Il problema è che gli Stati Uniti hanno speso una barca di soldi per una commissione di inchiesta sull'undici settembre richiesta dai parenti delle vittime per far luce sui dubbi, e con ogni probabilità se la sarebbero potuta risparmiare se questi dubbi li avessero affrontato subito: nel merito, e con meno spocchia.


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