venerdì 18 marzo 2011

Fatemi capire...

" L'Italia ha vinto la sua battaglia a Strasburgo: la Grande Camera della Corte europea per i diritti dell'uomo l'ha assolta dall'accusa di violazione dei diritti umani per l'esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche [...] I giudici hanno accettato la tesi in base alla quale non sussistono elementi che provino l'eventuale influenza sugli alunni dell'esposizione del crocefisso nella aule scolastiche."
Questi accolgono con grande soddisfazione la decisione di una Corte che dice che il simbolo religioso piu' importante del cristianesimo non conta una mazza?
E allora cosa ce lo hanno messo a fare?


Update: Appunto. Il solito, eccellente, Makkox.

mercoledì 16 marzo 2011

Due parole sul nucleare

Chi volesse capire qualcosa di più su ciò che sta succedendo davvero in Giappone, versante nucleare, può leggere i post chiari ed esaustivi di Amedeo Balbi e m.fisk 
Chi non volesse capirci niente invece può scegliere un qualsiasi quotidiano italiano, a partire da Repubblica.

Per quanto mi riguarda, penso una cosa molto semplice: quel che è successo in Giappone non dovrebbe farci cambiare di una virgola la nostra posizione sul nucleare, qualunque essa sia. Quanto meno sul nucleare in Italia.

Le centrali che stanno collassando sono del tipo progettato 50 anni fa e costruito 30 anni fa, e non sono quelle che il governo fa finta di voler autorizzare in Italia. Queste ultime, quelle moderne, stanno reggendo bene.
Come se non bastasse, non è stato il terremoto in sè a causare il collasso, ma la combinazione di terremoto e tsunami: e le probabilità di uno tsunami nel Mediterraneo sono francamente pochine.
Quindi sono d'accordo con chi dice che c'è poco da strumentalizzare il disastro di Fukushima per alimentare la paura.

Detto questo, resto radicalmente contrario all'idea del nucleare in Italia, come prima e per le stesse ragioni di prima: cioè perchè cosa si fa è solo metà della storia, e chi lo fa è l'altra metà.
In Italia ci sono zone incapaci di gestire la raccolta della spazzatura normale, la criminalità organizzata prende i rifiuti chimici del Nord e li trapianta un pò ovunque al Sud, e la Casa dello Studente dell'Aquila era stata costruita secondo le regole, salvo accartocciarsi per un terremoto non irresistibile.
Le uniche Regioni in cui mi fiderei di far costruire una centrale nucleare sono l'Emilia Romagna e il Trentino-Alto Adige, e hanno già detto che non se ne parla nemmeno. Per il resto, l'Italia non presenta le garanzie minime di affidabilità, ed è questo prima di ogni altra cosa Il Problema.

E l'obiezione per cui se si continua a ragionare così non si combina mai niente è francamente parecchio naif e confonde causa ed effetto: prima si ricostruisce una cultura di responsabilità e serietà, e poi si investe sui grandi progetti. E se proprio vogliamo correre qualche rischio per darci l'opportunità di dimostrare che ce la possiamo fare, eviterei di farlo sul nucleare.
Perchè è vero che un bambino non cresce se non comincia ad interagire con l'ambiente: ma non è che per questo gli do in mano un'Audi R8 e un lanciafiamme.

Purtroppo l'Italia è regredita ad uno stadio infantile. E per questo le mie due parole sul nucleare post-Fukushima sono: come prima.


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venerdì 11 marzo 2011

Pst, capo... lo vuoi un iPhone a 50 euri?

Dopo la riforma della scuola, il governo si è reso conto che ormai siamo entrati nel 2011 e che le cose non stanno andando molto bene, ed ha tirato fuori la riforma della Giustizia. Una riforma che sta generando un numero incredibile di reazioni e discussioni, anche intelligenti (Costa e, per una volta, Facci, sul Post).
Un numero incredibile non in sè, perchè si tratta pur sempre di giustizia, cioè il passatempo preferito della Seconda Repubblica. Incredibile perchè stiamo discutendo del nulla.


  1. La riforma Alfano è stata introdotta al solo scopo di sviare l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica dai temi che stanno mettendo in difficoltà il governo (lavoro e festini) e di far scoppiare delle contraddizioni all'interno dell'opposizione, in particolare fra il PD ed una bella fetta dei propri elettori. Non che sia un meccanismo nuovo: dalla Bicamerale alla riforma dell'art. 41 (e all'esistenza stessa di Sacconi), è un'evergreen del centrodestra. La vera novità sta nel fatto che forse questa volta il PD non ci casca. (Almeno finchè Veltroni sarà distratto da altre questioni...). E d'altronde si può mai pensare che una maggioranza che riesce appena a far passare, a stento e azzoppandola, una riforma ordinaria dell'università, che non è esattamente in cima alla lista delle preoccupazioni dei parlamentari italiani, sia davvero convinta di poter far passare una riforma costituzionale della giustizia? Che se anche ce lo fossimo dimenticati, il 14 dicembre è servito a ricordarci che quelli che non sanno fare la conta dei voti in Parlamento sono gli altri...
  2. Se anche volessimo prendere questa proposta sul serio, non potremmo, come vogliono fare certe anime un pò idealiste e un pò naif, limitarci alle considerazioni di merito. E' una riforma che esce dal Consiglio dei Ministri presieduto da Berlusconi, e che è stata presentata da Berlusconi: lo stesso che ha ripetutamente definito i magistrati dei pazzi golpisti e un cancro da estirpare. E considerato che, come tutte le riforme, verrà integrata e definita da leggi e regolamenti attuativi decisi da maggioranza e governo, l'unico modo per valutarla "a prescindere da Berlusconi" sarebbe che lui stesso lasciasse gli incarichi di governo e di partito. E non mi sembra che possa accadere a breve.
Finchè la riforma della giustizia sarà portata avanti da Berlusconi, aprirsi a discussioni di merito sarà come se, di fronte al tizio che ci si avvicina fuori dall'Autogrill e ci offre un iPhone a 50 Euro, ci mettessimo a chiedergli informazioni sulla batteria e la memoria. Magari abbiamo davvero bisogno di un telefonino nuovo, ma non sarà certo quel tizio a darcelo. La figura dei fessi l'abbiamo già fatta con la Bicamerale, e ci basta.

La credibilità è la risorsa più importante per un politico, anche più del consenso, e purtroppo la sua Berlusconi se l'è giocata, soprattutto sulla giustizia. Il fatto che sia stato comunque eletto premier non elimina il problema: rende solo più difficile la sua soluzione.


P.S. Ci terrei a dire che quella volta, all'Autogrill, non sono stato io ad essere rimasto fregato.