venerdì 21 maggio 2010

Aridaje

Pd Open by PDnetwork.

Arrivo in ritardo nella discussione riguardo la comunicazione dell'iniziativa su cui Bersani tanto punta per rilanciare il PD nell'agenda politica italiana, e su cui ha incentrato questi due giorni di direzione, PdOpen.
Le reazioni principali sono raccolte sul Post (qui e qui), a cui sono aggiunte una nota di Civati e gli spari sulla Croce Rossa di Damilano.
Tutte reazioni fin troppo ragionevoli, ma mi sembra che su almeno tre questioni non colgano il punto:

Il nome
Che sia inglese mi scandalizza poco, almeno è più comprensibile di "I Care". Il punto è che è, come dire, triste.Non trovo un modo migliore per dirlo. O meglio, ci sarebbe una parola migliore per descrivo, ma per ironia della sorte è inglese: "lame". 
E c'è una considerazione di fondo che va trapanata nelle teste di chiunque si occupi di comunicazione: "don't tell me you're funny, tell me a joke". Se vuoi dire che sei un partito aperto, non devi necessariamente usare la parola "open". Devi darti uno slogan aperto. 
(Uno dei migliori payoff mai approvati da una banca, che resta ancora un mio rimpianto professionale, era: "Passa quando vuoi").

Gli annunci
"Università e ricerca. Ultimo appello". 
"Green Economy. In italiano: un affare pulito." 
"Etica pubblica: nelle favole la morale arriva alla fine, in politica all'inizio". (E a seguire qui)
Sono carini? Forse, magari. Ma non significano un cazzo. Zero. Nada.
La comunicazione politica ha molte ambizioni, e per avere qualche chance di soddisfarle le headline devono essere semplici e indicare una direzione verso cui costruire consenso. Il problema dei giochi di parole è che per definizione non sono immediati, e vanno usati con cautela. Quando poi non vogliono dire niente, non si capisce nemmeno perchè usarli.
Poi io capisco anche che al momento non ci siano punti programmatici definiti: il percorso che si apre con PDopen serve appunto a questo, a definirli. Ma allora perchè fare una comunicazione di programma? Se l'idea è il percorso, fai una comunicazione sul percorso. Su un partito che ti invita a raccontare l'Italia che vorresti fra 5 anni. Se no stai zitto finchè non hai in mano qualcosa da dire.

Il sondaggio
Quello di cui si parla qui. Ora, non mi sembra scandaloso che il PD commissioni un sondaggio per capire di che immagine goda presso gli italiani, mi sembrerebbe strano non farlo.
Quello che mi lascia esterrefatto è che si sorprendano di risultare "schiacciati sulla conservazione". 
Ma su che pianeta vivono?!
Ma da un partito che è nato per mettere insieme due anime della politica del secolo scorso, e il cui segretario ha vinto il congresso con lo slogan "dare un senso a questa Storia", cos'altro potevano aspettarsi?!?!

Poi uno dice "i professionisti della politica"...


Update: ecco, scusa, mancavo questo. Appunto.

3 commenti:

  1. :))) ci arriviamo. 20 anni dopo ma ci arriviamo...
    pensa che tra altri 20 forse sarà la canzone di Pupo ed E.F. ad aprire l'Assemblea.

    sono morta dalle risate già al "lame": spero che tu abbia visto la puntata dei Griffin con Stewie che ripete "lame", purtroppo su Youtube non l'ho trovata e si adatta perfettamente al caso.

    ciao! :)

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  2. Io nutro ancora una flebile ma ostinata speranza che "Wind of change" sia una sottile citazione auto-ironica. Ormai ci si aggrappa a tutto.

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  3. già, e forse lo era anche "Un senso" di Vasco Rossi... :P

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