giovedì 20 gennaio 2011

Cosa chiedere a chi

Visto che in questi giorni e' ripartito il riflesso automatico delle "dimissioni perche' cosi' non si puo' andare avanti", mi sembra opportuno fare un po' di chiarezza su cosa sia giusto chiedere a chi. E farlo in modo articolato, perche' gli attori in gioco sono tanti, e diversi.

Ai magistrati non si puo' chiedere nulla, se non di fare il proprio dovere. In Italia c'e' l'obbligatorieta' dell'azione penale, e dato che ci sono due ipotesi di reato (concussione e prostituzione minorile) la procura si deve muovere. Qualsiasi timore o speranza che con la propria azione i magistrati mandino per aria il governo e' solo sintomo della mediocrita' della politica. Poi ci sono le fughe di notizia, ma in questo caso e' stata la Giunta della Camera a dimostrarsi piu' efficiente di Wikileaks. La magistratura risponde solo al diritto, non all'opinione pubblica: e non ha senso chiedere alcunche' a chi non puo' ne' deve risponderti.

A Berlusconi, oggi, non si puo' chiedere di dimettersi, se non per sport: dei due possibili reati, uno era stato candidamente ammesso mesi fa, e non si vede cosa sia cambiato oggi, l'altro e' tutto da dimostrare. Quel che resta e' una questione di rilevanza morale: che non e' poco, e difatti e' giusto che se ne discuta pubblicamente; ma non e' nemmeno tale da rendere illegittima la permanenza di Berlusconi a Palazzo Chigi. Al di la' del fatto che nessuno fino a ieri pensava al Cavaliere come a una specie di Santa Maria Goretti brianzola, e' vero che c'e' un problema di coerenza fra le sue scelte private e la piattaforma politica su cui ha chiesto voti, dal Family Day alla lotta alla prostituzione, ma sui temi di coerenza politica si esprimono gli elettori.

Ai giornali si deve chiedere di documentare tutte le notizie di rilevanza pubblica: non una di meno, e non una di piu'. Che significa: pubblicare le informazioni riguardanti Berlusconi che evidenziano un'incoerenza fra la piattaforma su cui ha preso i voti ed i suoi comportamenti effettivi, oltre a quelle riguardanti ipotesi di reato con un quadro probatorio significativo; pubblicare le informazioni riguardanti Nicole Minetti che possano mettere in relazione i suoi comportamenti privati con la sua carica pubblica (non perche' gli elettori lombardi abbiano diritto di sapere se la Minetti e' una prostituta, ma perche' hanno diritto di sapere se e' stata candidata in un listino bloccato in quanto prostituta); pubblicare le informazioni riguardanti altre persone, nella misura in cui aiutano a comprendere gli eventi, ma omettendo i nomi di chiunque non abbia rilevanza pubblica. E sia chiaro che si ha rilevanza pubblica non quando si e' genericamente famosi, ma quando c'e' un rapporto di rappresentanza di interessi fra un individuo e la societa'.

Al PdL si puo' chiedere di invitare Berlusconi a farsi da parte, ma per una considerazione di convenienza elettorale: se la vera questione e' l'incoerenza fra comportamenti e promesse elettorali, la preoccupazione conseguente e' di perdere voti. Significa che gli unici a poter ragionevolmente portare avanti questa richiesta sono gli elettori di centrodestra. E qualcuno in effetti lo fa...

Al PD si puo' chiedere prima di tutto di offrire un'alternativa: se l'unica questione in campo ora, in attesa di sviluppi giudiziari, e' il tradimento del patto fra elettori e leadership del centrodestra, e' paradossale che a chiedere le dimissioni sia il centrosinistra. Bersani si faccia furbo, e trovi il modo di offrire una sponda a chi non impazzisce all'idea di un premier puttaniere, ma non sa da che altra parte guardare. Prima che lo faccia Beppe Grillo, per poi  mettersi a starnazzare sull'antipolitica senza capirci una mazza...

Sempre al PD si puo' chiedere di evitare grottesche mobilitazioni in difesa della dignita' femminile: questa non e' una lotta fra generi, una contrapposizione fuori tempo massimo fra un Satrapo assatanato ed una comitiva di vergini costrette al sacrificio. Lo squallore delle ragazze che fanno a gara per avvinghiarsi al ricco bavoso in cambio di buste di contanti con cui comprarsi scarpe e borse e' pari, se non superiore, alla tristezza di un vecchio che vive di patetiche e decadenti illusioni. Ed e' anche piu' pericolosa: perche' non c'erano ricercatrici precarie senza opportunita', fra quelle ragazze, o madri single che si sacrificavano per portare un tozzo di pane alle figlie. C'era un pezzo della generazione che dovrebbe rilanciare l'Italia, che ha scelto consapevolmente di non investire su un futuro produttivo per se' e per il Paese, ma di monetizzare quel che si ritrova fra le gambe, fintanto che puo' farlo. (Peraltro, talvolta con il sostegno attivo dei genitori, che non viene nemmeno piu' da chiedere "E se fosse vostra figlia...?" per paura della risposta.)

Alla Chiesa non si deve chiedere nulla. Perche' non e' che possa diventare un interlocutore a piacere: se si ritiene che non vada inseguita sul testamento biologico, allora la stessa cosa vale per Ruby. Fermo restando che puo' dire quel che vuole, su cio' che vuole, quando vuole.

A noi stessi dovremmo chiedere di non perdere di vista alcuni principi fondamentali, nemmeno per mandare a casa la piu' grande vergogna dell'Italia repubblicana: di motivi legittimi per pretendere le sue dimissioni ce ne sono stati fin troppi, dalla corruzione all'esercizio attivo di conflitto di interessi alle ripetute dimostrazioni di analfabetismo democratico e istituzionale. Ma andare a puttane e', fatta salva la prostituzione minorile tutta da dimostrare, una questione di coerenza morale: e su questo si esprimono gli elettori. (Almeno finche' Berlusconi non decidera' di retribuire le ragazze con beni di interesse pubblico: ma a quel punto si tratta di concussione e abuso d'ufficio.)
Ne' possiamo pretendere le dimissioni per paura del danno d'immagine: la sovranita' appartiene solo agli elettori, ed e' bene per tutti che sia cosi'. Se no cosa risponderemmo a chi domani dovesse dirci che, pur legittimato dal voto, un Nichi Vendola non potrebbe essere Premier perche' non avrebbe la fiducia dei mercati? E che magari come omosessuale non sarebbe un interlocutore accettabile per gli stati arabi che ci forniscono il petrolio?
Poi certo che l'immagine dell'Italia ne risente, ma non e' che fino a ieri stessimo poi tanto meglio, e usciremo dal ridicolo solo quando ci renderemo conto che Berlusconi e' un problema che abbiamo creato noi e noi dobbiamo risolvere, senza sperare in qualche salvifico vincolo esterno.


Insomma, tutto questo per dire che, in sostanza, non e' successo nulla.

A meno che gli eredi Berlusconi non si domandino se sia il caso di farlo interdire (il che magari ci risparmierebbe di venire a sapere solo dopo la morte che una carica istuzionale non ci sta piu' con la testa). E viste le cifre che girano, dovrebbero cominciare a pensarci seriamente...

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