mercoledì 10 agosto 2011

Brevi appunti sui casini di questi giorni

A beneficio di chi rischia di essere fuorviato dai media italiani, che al solito mettono il pilota automatico senza porsi il problema di capire.

Non sono proteste
Capisco la tentazione per la stampa di sinistra, ma non è così. Sono saccheggi. Non ci sono persone che scendono in piazza per rivendicare istanze. Ci sono persone che scendono in strada per godere del controllo temporaneo del territorio, arraffare quello che possono finchè possono, e dare sfogo a qualche istinto adolescenziale.

Non c'entra niente la società multietnica
Capisco la tentazione per la stampa di destra, ma non è così. Anzi. In questi giorni si sono visti neri, bianchi, arabi, mori, biondi, adulti, ragazzi, bambini, maschi, femmine, tutti fianco a fianco. Uniti. A spaccare vetrine.

Non c'entrano niente gli indignados (o varianti sul tema)
Capisco la tentazione per la stampa tutta, ma queste violenze non hanno niente a che vedere nè con le proteste in Medio Oriente nè con la crisi finanziaria. Pochi mesi fa migliaia di studenti scesero in piazza, ci furono manifestazioni, scontri e violenze, e quello sì aveva a che fare con un copione conosciuto: giovani di classe media a cui hanno rubato il futuro.
In questo caso invece a Tottenham, a Peckham, nella zona di Hackney da cui sono partiti gli scontri, la classe media non c'è. Nessuno sta rubando il futuro di questi giovani, perchè non ce l'hanno mai avuto.
Poi è vero che nei giorni successivi si sono unite anche persone di estrazione sociale diversa, ma solo perchè a quel punto era scattato il liberi tutti.

Allora cosa c'entra? C'entra che la società inglese è radicalmente classista, a livelli di cui è difficile rendersi conto da fuori.
C'entra che milioni di bambini nascono sapendo che se non hanno qualcosa in quel momento non avranno mai niente, e crescono senza prospettive, senza educazione, senza opportunità, senza responsabilità, senza appartenenza. Sono i bambini e i ragazzi di questi giorni.
Alcuni appartengono a delle gang, ma molti sono atomi sparsi, che probabilmente hanno reagito con incredulità alla possiblità di potersi prendere qualcosa: per questo sono partiti dal poco che conoscono, dalla propria strada, e si sono spostati per prossimità seguendo le indicazioni che giravano su Blackberry Messenger; e per questo si sono riconosciuti come gruppo solo quando si sono visti in televisione. (E sempre per questo, per fortuna, gli scontri non sono stati razziali: non c'è nemmeno appartenenza etnica, in questi buchi neri metropolitani).

Che cosa resterà, dopo gli appelli alle pene esemplari, le pippe sociologiche sulla generazione senza valori che ruba gli iPad (a parte che meglio quello che gettare molotov, ma voi cosa rubereste se vi dessero le chiavi di una città?), gli articolo di fondo sui tagli di Cameron e i quartieri in cui (come già prima) non avremo voglia di passare?
Spero che resti la consapevolezza che per molti le cose andavano male già prima di andare peggio. E che, in Inghilterra così come in Italia, abbiamo bisogno di un patto sociale inclusivo, perchè se lasci il disagio fuori dal Parlamento e dai palinsesti, poi te lo ritrovi in strada.

2 commenti:

  1. Molto ben scritto.
    Una puntualizzazione: società classista fondata sul censo? quali sono i parametri?
    Perché da noi, mi sembra che il parametro sia il "sono più furbo di te e te lo dimostro fregandoti". Puoi ancora partire da 0 in tasca e diventare campione di salto triplo sulla pista sociale. E lì?
    L.

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  2. Sostanzialmente sul censo, con alcuni contesti in cui contano ancora tradizione e heritage.
    Ma tieni conto che per essere ammesso in una buona universita' ti conviene venire da un buon college; e per essere ammesso in un buon college ti conviene venire da una buona scuola; e cosi' a ritroso fino alle elementari, per cui fare figli, almeno a Londra, e' un investimento terrificante gia'a partire dai primi anni, ancora piu' che negli Stati Uniti.

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