Pippo ha cominciato la campagna elettorale, e per fortuna l'ha cominciata con una faccia diversa da quel che si vede in giro:
"Ci siamo giocati anche il campo" fa parte di una
serie di cartoline tematiche dedicate a urbanistica, mafia, acqua, nucleare, federalismo, integrazione, tecnologia, informazione, sanità, trasporti, caccia, economia, salute e istruzione. (Il ragazzo è secchione, e si vede).
Adesso, visto che io c'ho sempre 'sto senso di colpa per aver portato all'estero quel briciolo di talento che ho (non che sia granchè, ma tutto fa brodo), colgo l'occasione per mettermi a posto la coscienza e dare il mio parere professionale:
Media: la cartolina è una scelta interessante. Costa poco, va di mano in mano, attira l'interesse delle persone con un'immagine forte, ma consente anche di raccontare qualcosa di più. Un mezzo giusto per chi ha qualcosa da dire, ed una rete di persone per farle girare.
I messaggi: Finalmente si parla di contenuti, ed è un bene. E di contenuti regionali, ed è una scelta che può non pagare, ma che è comunque legittima. Però resta l'effetto lista della spesa: posizioni ragionevoli su tanti temi, ma manca un elemento di sintesi, una visione unificante. Che sarebbe a dire: Civati, ne sai e su questi temi specifici posso darti ragione, ma chi sei? Che vuoi?
Obama (eh, lo so, ha stufato anche me, ma nessuno ha ancora fatto di meglio...) era "Change" e "Hope", il primo Berlusconi era "Il nuovo miracolo italiano", Veltroni era "Volemose bbene". (E difatti ha preso schiaffi da un Paese che di volersi bene non ha alcuna voglia). Civati cos'è?
Stante questo, c'è da dire che spesso la visione unificante viene dal partito, ed il PD, come dire, è un tantino deficitario sotto questo aspetto.
E poi forse questa visione non la si chiede nemmeno ad un semplice candidato al Consiglio Regionale. Ma visto come rischiano di andare le cose, forse si poteva osare di più.
Il linguaggio: c'è una certa varianza, ma il giudizio complessivo è che le headlines siano carine e ben costruite. Forse troppo. La metafora è un meccanismo più complesso, e quindi ha un tempo di assimilazione più lungo: va bene se l'interlocutore ti sta già prestando attenzione, ad esempio durante un comizio, ma se si deve ancora stabilire un dialogo rischiano di essere poco efficaci. Idem per le altre figure retoriche usate.
La Call to Action: sì! Finalmente qualcuno che non si limita a "Votantoniovotantoniovotantonio", cosa che si può fare, se capita, settimane o mesi dopo, ma offre l'opportunità per un'interazione immediata. "Scrivi un sms" di Civati è la call to action più intelligente che abbia visto finora in questa campagna elettorale. Ben più dei vari indirizzi internet, dato che raramente la gente ha a disposizione un computer, e la voglia di usarlo, quando vede cartelloni e cartoline, mentre ciò su cui si può scommettere è che un italiano ha almeno un cellulare in tasca.
Anche qui si sarebbe potuto fare di meglio, invitando i potenziali elettori a contribuire alla campagna con un sms premium, mentre sembra che l'obiettivo in questo caso sia solo di raccogliere un database di potenziali sostenitori, cosa che conferma l'immagine di Civati come "candidato di relazioni e
scarpe rotte".
Giudizio complessivo. La campagna: credo che questo sia solo il primo passo, e andrà analizzata meglio più in là, comunque si può dire che sia senza dubbio
incoraggiante, ma con due limiti.
Il primo è che sembra una
campagna di fidelizzazione, più che di espansione: media, messaggi, linguaggio e call to action sembrano finalizzati a rafforzare i rapporti con i propri sostenitori piuttosto che a sfondare fra nuovi elettori. Può darsi che Pippo si sia fatto due calcoli e basti questo per ottenere le preferenze necessarie, o che questa sia solo la fase uno in cui si ammassano le truppe.
Il secondo limite è che è u
na campagna da candidato consigliere regionale, e non da leader: che si perda o che si vinca (magari per forfait), sarebbe stato interessante sfruttare quest'opportunità per costruirsi un profilo di primo piano, per poi puntare alla
famosa candidatura a sindaco di Milano, o ad un ruolo nel partito.
Ma questo richiederebbe, per l'appunto, una visione unificante a monte della lista della spesa.
Giudizio complessivo. Il candidato: è intelligente ed ha delle belle intuizioni, ma è penalizzato dal fatto di stare in una classe di imbecilli, per cui bastano quelle poche intuizioni a fargli fare bella figura. Dato che non lo si può spostare in una scuola più severa perchè c'è bisogno che continui a candidarsi in Italia, bisogna incoraggiarlo e renderlo più ambizioso.