giovedì 4 marzo 2010

Pedagogia democratica 1.0

Io non lo so come finirà questa cialtronata, quella del Lazio con le liste rinviate per panino, e soprattutto quella della Lombardia con le firme finte, che è ben più grave.
Magari avremo un nuovo episodio di Tar libera tutti, anche se pure nella Regione più efficiente d'Italia un partito di ritardati resta tale.

Credo però che la soluzione peggiore sia l'ennesima sanatoria deresponsabilizzante. Certo, c'è il rischio di avere due Governatori dimezzati, e la democrazia, e sono il primo partito, e tutto... Ma l'altra ipotesi mi fa più paura.
Quella per cui in un Paese in cui nessuno risponde di quello che fa, e al massimo ce la si cava con una scusa in diretta e se proprio va male il pellegrinaggio dal vescovo, che in un Paese così nemmeno nei più alti momenti di una democrazia ci si debba assumere le proprie responsabilità.

C'è un filo rosso che unisce argomenti diversi: la par condicio, l'articolo 18, il centralismo, i programmi scolastici ministeriali... In tutti questi casi non ci si fida dei giornalisti e dell'Ordine dei Giornalisti, delle aziende e dei Tribunali del Lavoro, degli enti locali e dei Collegi Docenti, e non ci si fida perchè non si può contare sul loro senso di responsabilità. Si disciplina tutto ex ante, perchè si sa che ex post ci sarebbe l'anarchia.
Col risultato perverso, fra l'altro, che si è instaurata la convinzione per cui "se qualcosa non è illegale, allora è permesso", senza alcuna considerazione di opportunità o deontologia.
E se anche è illegale, piuttosto che risponderne si tira in ballo il complotto e si fa una leggina ad persona. (O ad partitum, ad corporationem...)

L'Italia non uscirà dalle secche finchè non semplificherà leggi e regolamenti.
E non semplificherà leggi e regolamenti finchè non si potrà fidare dei propri cittaini.
E non si potrà fidare dei propri cittadini finchè non affermerà il principio di responsabilità: se sbagli, ne subisci le conseguenze.
Anche se sei il candidato del primo partito italiano.
A maggior ragione, se sei il candidato del primo partito italiano.

Quindi, è ora che si cerchino una piattaforma politica diversa da questa:

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