La storia è vecchia, per cui la riassumo per sommi capi:
- Siamo nel 2008, e non impazza la pedofilia. Impazza però internet, che è una cosa di cui la nostra Gabriella, come tanti altri, non capisce una mazza, e quindi, come a tanti altri, le fa paura.
- Mentre persone molto più preparate si interrogano sulla complessità di una società digitale senza barriere, la Carlucci decide di regolamente internet. Così, tutta da sola, con un ddl. Con un Lodo Carlucci che prevede l'abolizione per legge dell'anonimato su internet, con responsabilizzazione di chiunque anche solo ospiti un commento anonimo diffamatorio.
- La proposta è doppiamente una stronzata: non solo perchè regolamentare la tecnologia è difficilotto, se no le major discografiche starebbero ancora a contar miliardi invece che sbattere la testa contro la pirateria, ma anche perchè il principio di corresponsabilità di chi ospita un contenuto equivale, nè più nè meno, a chiudere un'edicola che venda un giornale che ospiti un articolo diffamatorio. O a sigillare un centro commerciale al primo pirla che va dentro e urla "Carlucci ladra".
- Qualcun altro poi ci ha pensato su, e ha scoperto che è una stronzata tripla: voglio far tirar giù il sito web di un mio concorrente? Lascio un commento con intento diffamatorio, disperso fra i tanti e difficile da rintracciare al momento, e poi faccio partire una denuncia alla magistratura. Bum.
- Questa stronzata in tre (e più dimensioni) è stata poi avvolta in una bella carta stagnola di demagogia, spacciandola per una proposta contro la pedofilia online. Dopodichè è bastato che uno aprisse il disegno di legge per svelare la sua vera origine: opera di Davide Rossi, ennesimo analfabeta digitale oltre che presidente di Univideo, in prima linea contro la pirateria.
Anche qui, il punto non è che nella sua battaglia per i pedofili la Carlucci dimostri ignoranza (internet per i pedofili è come i giardinetti e le strade: o chiudiamo tutto, o niente) o squilibrio mentale, augurando a Gilioli che suo figlio venga intercettato dai pedofili su Facebook. O incompetenza, visto che fra tutti i luoghi di internet, ma proprio tutti, Facebook è quello in cui è meno probabile essere rimorchiati da un pedofilo, trattandosi di sistema chiuso.
Il punto è che Gabriella Carlucci è nostra rappresentante in Parlamento, e vicepresidente della Commissione Parlamentare per l'Infanzia.
Perchè?
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