lunedì 5 aprile 2010

Perdere e continuare a non capirci niente





"Il nostro compito ora è parlare a tutti quei cittadini che non hanno votato il centro destra. Per farlo è necessario costruire un grande progetto civico. Un programma innovativo, sostenuto da un gruppo allargato molto ampio, capace di coinvolgere persone, sia dei partiti che della società civile e questo senza rinchiudersi nei recinti della vecchia Unione.... Per coinvolgere chi non ci ha votato in questa tornata elettorale non basta fare le primarie. Questo riporterebbe la questione nel recinto dell'Unione. Al 41 per cento del Pd si aggiungerebbe il 2,9 per cento di Rifondazione comunista. Non basta, anzi può solo nuocere. Quello a cui bisogna guardare è l'elettorato potenziale che va dall'Udc ai grillini a chi non ha votato. ... E' il momento di uscire dai nostri tradizionali steccati, parlare a tutti coloro, e sono tanti, che aspettano un segnale per unirsi a noi nella costruzione di una alternativa di governo alla Moratti, a Bossi e Berlusconi"
(Penati, via Metilparaben)

Penati è lo stesso che dopo aver perso le Provinciali, da presidente in carica, ha perso anche le Regionali.
Per carità, non che gli si chiedesse di battere Formigoni, ma lui è riuscito a perdere senza neanche fare campagna elettorale (sempre che non si prenda sul serio il manifesto lì in alto), limitandosi ad un paio di dichiarazioni che hanno avuto il solo effetto di far incazzare i suoi stessi elettori

Ecco, dopo non aver capito una mazza di come si gestisce un'elezione persa in partenza (se si è bravi la si usa per costruirsi un profilo più alto da spendersi più avanti, ma quantomeno si cerca di non perdere voti), dimostra di non capire, nell'ordine, Milano e le primarie:

Primo: A Milano la politica, almeno come la intende Bers Penati, non esiste. Zero. Nichts. 
Esistono il Pdl, che anni di governo hanno generalmente trasformato in una joint venture affaristica con la Compagnia delle Opere. Esiste la Lega, che come ovunque si comporta più da sindacato che da partito, e che non a caso qui conta meno che altrove. Esistono pochi bravi ragazzi del PD, storicamente trascurati dal partito che da tempo ha dato per persa la seconda città più grande d'Italia. E non esiste l'Udc, dato che l'area cattolica è occupata militarmente da Formigoni. 
In questa situazione, il modello ligure, ovvero l'alleanza a tavolino dalla sinistra dall'Udc, è la sommatoria del niente.


SecondoLe primarie permettono proprio di uscire dai propri tradizionali steccati, a maggior ragione a Milano dove gli iscritti sono talmente pochi che non vale nemmeno la pena di cominciare la solita discussione "primarie di partito vs primarie di coalizione". O pensiamo che in Puglia Vendola abbia raccolto il consenso solo dei fedelissimi del partito? 


Le primarie servono a tre scopi: conquistare spazio nel dibattito pubblico; formare i candidati attraverso un'esperienza di competizione e leadership; coinvolgere i potenziali elettori in una scelta comprensibile e partecipata, per allargare i confini del partito oltre le porte delle segreterie. 


A questo punto, chiederei a Penati: il PD è già protagonista a Milano o ha bisogno di conquistare spazio mediatico? Ha candidati autorevoli e riconosciuti, o ha bisogno di costruirli? Gode già di una forte partecipazione da parte degli elettori, o ha bisogno di trovare il modo di coinvolgerli?


Poi la risposta se la dia lui...

2 commenti:

  1. Parli così perché non hai visto i posters dal vivo.

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  2. In effetti mi mangio le mani per essermeli persi... Fanno a gara quello e l'esibizione del Trio allo scorso Sanremo... :)

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