domenica 1 novembre 2009

Studio 60 vs 30 Rock





Breve corso di aggiornamento per chi sceglie ancora i canali dall'1 al 7. O la vita sociale.

"Studio 60 on Sunset Strip" e "30 Rock" sono due serie televisive americane che partono da premesse simili (il dietro le quinte di un live show comico americano), ma le sviluppano su toni e temi differenti.

Studio 60 on Sunset Strip è opera di Aaron Sorkin, e basterebbe questo. Con West Wing condivide parte del cast (Bradley Whitford, Timothy Busfield), l'attenzione ai dialoghi e soprattutto l'ambizione di far riflettere lo spettatore. Ambizione relativamente facile in una serie ambientata alla Casa Bianca, meno scontata ma molto ben soddisfatta  in uno show che sostanzialmente racconta la vita dietro il Saturday Night Live.
Anche per questo, sceglie un registro che chi la sa lunga chiama dramedy, giostrando con equilibrio fra gli spunti più comici e quelli più seri.
Sconta però la stessa mancanza di 30 Rock: per una serie ambientata in un comedy show, trascura di rappresentare la costruzione dello spettacolo, per concentrarsi invece sui rapporti tra gli autori, o fra loro ed il sistema mediatico, economico e sociale in cui si muovono.
Scelta legittima, ma mentre da West Wing abbiamo imparato come si fa la politica americana, Studio 60 è meno capace di insegnarci come si fa la comicità. E siccome ne han fatta una stagione sola, ciccia.

Perchè guardarla. Qui ci sono un pò di ragioni, io ci aggiungo l'apertura della prima puntata (che cita Quinto Potere)




30 Rock è invece la serie creata da Tina Fey, ex head writer proprio del Saturday Night Live, diventata famosa anche da noi (quanto meno su internet) per la sua imitazione di Sarah Palin.
In questo caso il taglio è decisamente comico, e dato che Tina Fey si è costruita lo show intorno proprio personaggio (Liz Lemon), gli spunti principali sono quelli prevedibili per una serie incentrata su una donna single  che ha superato i 30 anni: la difficoltà nel trovare l'uomo giusto, le relazioni passate, l'insicurezza e il rapporto con l'autorità, incarnata da uno strepitoso Alec Baldwin, che ha il compito di introdurre nella serie i tratti più maschili.
A partire dal titolo (30 Rockfeller Plaza è la sede degli studi dell'NBC), 30 Rock è sostanzialmente un'enorme operazione di branded content da parte di NBC e General Electric, ma lo è in modo talmente dichiarato e autoironico che non pesa, e anzi lo si apprezza perchè aggiunge una chilata di realismo ad una serie altrimenti un pò troppo leggera. E d'altronde NBC e GE ben si possono proporre come paradigma del grande studio televisivo americano e della corporation tenuta insieme solo dal profitto e dal carrierismo.
Il punto debole? E' leggerina, leggerina proprio. Con queste premesse, si sarebbe potuto fare uno show molto più graffiante, originale e, appunto, ambizioso. Invece si ride dei temi consueti. Ma si ride.

Perchè guardarla. Alec Baldwin.

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